sabato 11 aprile 2015

Evoluzione

"Ogni viaggio comincia con il primo passo" mi dicevano.

Ebbene credo che rinnegare le proprie convinzioni sia il primo passo per l'evoluzione verso la libertà.

Lo ammetto, sono alla ricerca di qualcosa di indefinito, forse di qualcosa che in fondo cercano tutti ma con nomi diversi, o forse di qualcosa che Nessuno ha mai cercato.
Felicità forse? No.
E finché continueremo a chiamarla con questo nome non la raggiungeremo mai.

Nessuno arriverà dove arriverò io. 
Non dico che la mia meta sarà più alta o più bassa di quella di Altri, semplicemente sarà dove Nessuno potrà mai arrivare.

E' come se stessi rinascendo, è ancora tutto confuso.. ma un giorno so' di per certo che comincerò a Vedere. 
E quando i contorni saranno di nuovo definiti sarò libero.

martedì 3 febbraio 2015

Retrospect

Si è appena concluso il primo mese di questo fantastico 2015 ed è doveroso da parte mia fermarmi un attimo per respirare.

Mi ero ripromesso che avrei fatto di tutto per rallentare quell'orologio che ormai scandiva il mio tempo a tutta velocità: di vita ce n'è una sola ed è importante capire che sostenere ritmi così frenetici può servire solo ad accelerare l'andatura verso il traguardo. 
Perchè ognuno di noi ha una fine. 
Molti ancora non lo sanno (o meglio fanno finta di non saperlo) pensando che l'omertà e l'elusione siano elisir di lunga vita.
Ma questo è tutt'altro discorso, rischierei di andare off-topic... magari scriverò un articolo ad hoc prossimamente.

Ad ogni modo alla fine ce l'ho fatta; 
questo mese è trascorso davvero lentamente, mi sembra sia passata una vita dal giorno di Capodanno.
E penso quindi di aver trovato la formula giusta, tanto semplice quanto efficace.
Basta con i mille impegni, basta col riempire l'agenda ad ogni costo, basta con l'affrontare tutto con l'ansia di finire il prima possibile, per essere poi "più libero": tanto qualcuno ti troverà comunque qualcos' altro da fare.

Mi sembrava di essere intrappolato in una gabbia, mentre la chiave era da sempre appesa al mio collo; 
ero solo incapace di vederla, questo perché non prestavo attenzione a me stesso da diverso tempo, ahimè ero più occupato a pensare a ciò che mi circondava.

Ma ora eccomi qua, sto organizzando assieme alla mia band la registrazione e produzione del nostro primo cd e la soddisfazione è immensa.
Soddisfazione che sto vivendo con i "Jamboree" e condividendo solo con i miei cari e le persone a me più vicine.
Infatti non ho per niente la presunzione che debba importare a tutti, in questo mondo nessuno è indispensabile, ciò che faccio lo faccio solo per il piacere e il gusto di farlo; non lascio ormai da tempo la mia soddisfazione nelle mani altrui.

Certo è che non vedo l'ora di sentire il risultato di tanto duro lavoro uscire dalle casse dello studio di quel pazzo di Enrico Cordioli, un grande amico che ha accettato di accompagnarci in questa incredibile esperienza.

Chiudo con una citazione tratta da un testo di una canzone dei Conception che ho sempre adorato. Il brano è "Retrospect". Buon ascolto.

"...'cause the healing hand belongs to the living
And I am no longer
The world is the same without me
I'm no longer."




venerdì 2 gennaio 2015

Pit-stop 2014, ben arrivato 2015.

Adoro l'inizio di un nuovo anno.

Specialmente dopo un 2014 davvero caotico, una sorta di tunnel di transizione in cui agitazione, frenesia e poco tempo sono stati costanti compagni di viaggio.

Il perchè lo adori risiede nel fatto che vedo la giornata di Capodanno come l'opportunità di fermarsi un attimo e di resettare tutto. Arrivi, fai una sosta, sistemi ciò che va sistemato e riparti. Proprio come nei migliori pit-stop.

E devo dire che questo pit-stop è arrivato nel momento migliore, perchè dopo la giornata di ieri, una giornata all'insegna dei buoni propositi per il 2015 e della quiete (complice una passeggiata in riva al lago), mi sento completamente rigenerato.

Pochi sono gli obiettivi per quest'anno, ma l'intenzione è quella di raggiungerli tutti e nel migliore dei modi, non trascurando un po' di pace.

Insomma, non mancheranno più le serate per la lettura di un libro, una sacrosanta pipata ed una buona birra con gli amici.

Detto ciò saluto con piacere questo 2014 ed accolgo a braccia aperte il nuovo anno, tornando a scrivere in questo spazio perduto, ma ritrovato.


martedì 20 maggio 2014

La sera prima

E' la sera prima di un'importante prova,
la stessa dove l'ultima volta hai fallito per un soffio,
quella prova che avresti concluso se avessi stretto un altro po' i denti,
e invece no, è rimasta lì, incompiuta, solo perchè ti è mancato un pizzico di determinazione.

E' la sera prima di un'importante prova,
quella sera in cui ripassi e ripassi ancora tutto ciò che ti aspetta il giorno dopo,
ma per questo non riesci a prender sonno.
Tutto ciò ti sta quasi ossessionando, ma che ci vuoi fare, è la tua testa e tutto ciò che puoi fare è lasciarla fare.
Troverà lei la soluzione, ma non preoccupartene troppo, potresti interrompere il suo flusso creativo.

Ed ecco, il sole del giorno dopo è sorto.
Something is changed. 

sabato 29 marzo 2014

La Settima Foto

Ogni volta che ci svegliamo la mattina non possiamo sapere che cosa ha in serbo per noi la vita.
Ma io trovo che il bello risieda proprio nella scoperta ed è incredibile come lo scorrere delle ore possa decidere se quella sarà una giornata qualunque, noiosa, monotona, una giornata orribile, grigia, triste oppure una giornata meravigliosa, emozionante, costruttiva.

E’ la mattina del Sabato 22 Marzo 2014, mi sveglio stanco ed è mattina presto.. devo correre al lavoro. Inizia così una mattinata in radio, con le tante mansioni a cui devo rispondere in questo periodo e le tante soddisfazioni che ne derivano.
La mattina prendo la solita colazione giù al bar, faccio la solita chiaccherata con la mia giornalista e poi lavoro duramente fino al pranzo, che consiste in un trancio della pizza del Pizza e Caffè (spettacolare al trancio) ed una Coca Cola.
Corro quindi a casa a farmi una doccia, ne avevo davvero bisogno per come mi sentivo: stanco.
L’acqua, come qualsiasi elemento naturale, è per me rigenerante al massimo.
Una volta pronto, bevo un bicchiere d’acqua, saluto i miei e salgo in macchina: direzione Padova, Mostra fotografica…

Il marciapiede della stazione di Padova scorre sotto i miei piedi, è grigio, proprio come il mio umore e la mia giornata fino in quel momento.
Il grigio non riesco proprio a definirlo un colore, non lo trovo per niente caratterizzante, preferisco di gran lunga chiamare colori il nero o il bianco, almeno simboleggiano qualcosa di forte e di intenso.
Il bene, il male, la luce, il buio, la vittoria, la sconfitta.
Possiamo ricondurli a migliaia di significati, ma tutti in totale contrasto.
E se vi chiedessi “Avete mai pensato di trovare il medesimo significato per entrambi? Fondendoli così in un concetto unico?” voi a cosa pensereste?
Io non ne avevo assolutamente idea, ma dopo 5 minuti di cammino eccoci arrivati alla mostra, ed è qui che ho trovato la mia risposta: penserei alla fotografia in bianco e nero.

Mi trovo ora in una chiesa sconsacrata, il tema della mostra è “Feel the land”, ovvero percepire la terra, e camminando lentamente fra i vari lavori esposti è stato abbastanza facile accorgermi che, come in tutte le cose, ognuno ha il suo personale punto di vista.

Lo ammetto, non ci trovo chissà quale gusto ad esser qui, la fotografia non l’ho mai apprezzata più di tanto, trovo insensato perdersi alcuni attimi ed emozioni di una vacanza o di qualsiasi altra situazione per scattare una foto, non mi interessa ricordarmi in futuro di quello che sta avvenendo adesso, voglio solo gustarmelo ORA fino in fondo, con tutta la mia persona, perché il Simo del futuro chissà dove sarà e chissà come rivivrà il mio attuale presente. No, non mi interessa.
Per di più trovo noioso poi osservare fotografie di bellissimi paesaggi, se voglio vedere un bel paesaggio metto gli scarponi ai piedi e vado sul Monte Baldo a farmi una bella passeggiata, di certo non mi faccio venire il sangue amaro nel guardare una foto pensando:”Perché non posso essere lì?”.
Però c’è una parte di fotografi che guardo con ammirazione:
quelli che vivono la fotografia con filosofia;
quelli che in un solo istante impresso vorrebbero intrappolare l’infinito;
quelli che spendono denaro ed energie per coltivare la loro passione.

Con passo lento arrivo così in fondo alla chiesa, all’ultimo workshop, ultimo come posizione, ma non come importanza.
Mi trovo davanti a 7 fotografie, tutte in bianco e nero, 6 di queste con un elemento in comune, una dominanza del colore bianco sullo sfondo della foto ed una concentrazione di nero per quanto riguarda il soggetto, una ragazza. Che sia forse un caso?
 “Ho voluto considerare il progetto con un’accezione negativa, piuttosto che positiva, come farebbe la maggior parte delle persone.”
Queste sono le prime parole spiazzanti del fotografo, il quale comincia a esporre la sua creazione.
Dentro me ho capito di aver ragione, la ragazza sembra quasi squarciare la carta stampata, il suo contrasto così netto con lo sfondo rende la foto viva, angosciante, ma viva.
Si, perché la prima emozione che mi ha raggiunto è stato proprio un senso di angoscia, di smarrimento, di incomprensione.
Le 7 foto sono disposte in orizzontale, quasi ci fosse un filo sottile ad unirle, infatti la spiegazione del fotografo comincia a danzare su questo filo, partendo dalla prima, per concludersi all’ultima.
Per la prima volta mi sono ritrovato a guardare delle foto il cui loro unico servigio era quello di metafore, ovvero di esprimere una sensazione, un’emozione, un concetto.
Ed il fotografo è stato il maestro che le ha dirette per questo, come in un rapporto carnale di amore, in cui i due innamorati si dirigono a vicenda per raggiungere il sogno che possiedono in comune.
Al contrario degli altri fotografi che cercano di intrappolare in un istante l’infinito, mi sento di dire che lui ha trovato il modo di rendere il momento dello scatto vivo e libero in eterno.
Dico questo perché la foto secondo me diventa viva solo nel momento in cui chi la osserva rimane immobile, al contrario dei suoi pensieri che non si fermano un secondo, perché non riescono a capire cosa sta succedendo dentro di lui a livello emotivo. Eppure qualcosa sta sentendo…

Mi sento di doverla ringraziare questa persona, primo per avermi fatto provare sulla pelle che il potere della fotografia è molto più grande di quello che si possa immaginare.
Secondo per avermi fatto riflettere su un concetto molto importante, ovvero che c’è qualcosa di molto più grande ed astratto di noi e dei nostri pensieri, qualcosa a cui non basta un solo giorno di attenzione per essere compreso, ma necessità di molto, molto, molto tempo e dedizione, forse tutta una vita.
Terzo perché è stato bello pensare a qualcosa che non avevo mai preso in considerazione ed è stato molto emozionante ritrovarmici.

Ad ogni modo, c’è una delle 7 foto di cui non ho ancora parlato.
Io l’ho chiamata “la settima foto”, ma in realtà era quella posta esattamente in centro, nel mezzo del percorso.
La foto è un primo piano della ragazza distesa, un primo piano che mi ha messo in forte disagio per l’intensa presenza di tinte nere e lo sguardo fisso su chi la osserva.
E’ una foto molto particolare, che mi ha fatto capire dove io sia arrivato nel mio sentiero.

Una cosa è certa: ci vuole coraggio nel fissarsi dritti negli occhi.

giovedì 20 febbraio 2014

Nuove forme di equilibrio

Strana la vita.
Ogni volta che mi sono dedicato ad un progetto le tappe sono sempre state le medesime.
Il grande entusiasmo iniziale, i primi passi in cui i progressi arrivavano come un fiume in piena ed una sensazione di benessere estremo.
Solo che ad un certo punto i miglioramenti stentavano ad arrivare e, nonostante la costanza, per riuscire ad andare avanti anche di un solo passo avevo bisogno del triplo degli sforzi e del tempo che mi serviva all'inizio, così l'entusiasmo cominciava a calare e il destino per questo progetto era andare avanti in una situazione di stallo oppure l'abbandono.

Quest'anno le cose sono un po' cambiate. In meglio.
Ed è una sensazione un po' strana per me, la quale mi porta molto spesso a raccogliermi in me stesso, via lontano da questa vita e da questo mondo.
Le nostre esperienza sono sempre difficili da condividere a pieno, sappiamo bene che quello che facciamo nella nostra vita può esser motivo enorme di soddisfazione solo per noi e pochi altri, ma di sicuro nessuno la può percepire come la percepiamo noi. 
E a me sembra di esser dentro una sorta di mondo parallelo, dove l'immobile è diventato mobile e dove grazie alla mia costanza e al mio impegno lo stallo si è concluso, riprendendo ad avanzare lungo il mio cammino, ma stavolta ad un livello più avanzato.
E' come se per tutto questo tempo avessi girovagato per i sentieri di un fitto bosco e ora invece fossi davanti una parete da scalare bellissima, la quale per la prima volta mi permetterà di vedere il bosco dall'alto ed il cielo stellato della notte.

Sinceramente non capisco cosa sia cambiato in me per esserci finalmente arrivato, ma non credo sia un semplice "hai trovato la strada giusta per te", credo ci sia un motivo più profondo e se spesso mi raccolgo fra i miei pensieri non è solo per vestire il ruolo di giudice di me stesso esaminando i miei progressi, ma è anche per riflettere su cosa mi abbia portato a ciò. 

Sarà forse una nuova forma di equilibrio?


sabato 25 gennaio 2014

Il silenzio perduto

Mi ero scordato di quanto bello fosse andare al lavoro di prima mattina con lo scooter... quando c'è nebbia. Passi 3/4 del tempo ad asciugarti la visiera del casco coi guanti, giusto per garantirti un minimo di visibilità che già è ridotta di suo.

Però stamattina, una volta parcheggiato, ho provato una bellissima sensazione. C'era uno strano silenzio per le vie della città, tutto era fermo, fatta eccezione per quei pochi passanti che la rendevano viva, e l'aria era fresca; vi era una profonda pace in ogni cosa. 
Poi alzo lo sguardo verso il cielo e mi accorgo che un azzurro chiaro si stava espandendo nel buio della notte. 
Forse le giornate si stanno allungando e non mi importa se in questi giorni le temperature siano scese, mi basta sapere che fra due mesi è primavera e che questo inverno è perfetto così com'è.