sabato 19 ottobre 2013

Hero of the day

E' inutile credersi tanto degli eroi.
Su questo mondo non siamo nessuno, siamo tutti utili, ma la verità è che nessuno è indispensabile.
Quindi è anche inutile fare tanto i superlativi della situazione sperando di venir pagati con la giusta moneta, perché tanto l'unico che si sa ricompensare sei soltanto tu stesso. E prima lo capisci, prima ti fai un piacere.
Viviamo ormai in un mondo dove fidarsi di qualcuno è veramente cosa difficile, crediamo veramente solo alle cose negative che ci vengono sottolineate: almeno siamo certi che queste siano vere.

Ma io non mi credo per niente un eroe.
Mi alzo ogni giorno per un lavoro che mi piace e che cerco di svolgere al meglio, ma purtroppo per pochi spiccioli rispetto a quanti la vita di oggi ce ne chiede. Nel tempo libero mi dedico alle mie due più grandi passioni, la musica e l'arrampicata.

Mi piace un sacco questa cosa, perché da un lato l'arte è tanto profonda quanto terapeutica, è in grado di mutare i tuoi pensieri più agitati e di calmarli, di suscitare intensissime emozioni che purtroppo pochi fra voi che leggete avranno avuto la fortuna di provare. 

Dall'altro lato l'arrampicata mi tiene in forma, mi insegna che c'è ancora qualcuno di cui potersi fidare e mi fa sentire come se in quel momento tutte le mie energie siano finalizzate a vincere la sfida più importante di tutte: quella con me stesso.
Dovete sapere che non è poi così semplice trovare un compagno con cui praticare questo sport.
Come dicevo all'inizio si fa fatica a volte a prestare una penna fidandosi che torni indietro, figuriamoci mettere la propria vita nelle mani di qualcuno. Non può quindi esser uno sconosciuto, per me dev'essere qualcuno con cui ho stretto un legame forte e col quale condividere pensieri, opinioni e quant'altro: un amico.

Queste sono le persone che non bastano mai e che nel mondo non contano più di tanto, mentre i veri eroi sono da qualche parte a prendersi i nostri meriti e a vestire i panni di qualche "figura essenziale insostituibile"... 
...e poi la sera quando arrivano a casa è già tanto se salutano la moglie e il cane.
Il sottile confine tra il credere di essere degli eroi e non crederlo è sottile quanto quello tra l'esser dei buffoni o delle persone speciali che nel momento della caduta ti fanno sicura. 
Basta un passo mentale e lo sei, un passo che mette al primo posto l'orgoglio, l'ambizione, l'egocentrismo e la propria superiorità.
No, grazie. 
Se un giorno manco un appiglio e cado rovinosamente non dirò in giro che ho chiuso quella via tanto difficile. 

Fa male esser sinceri con se stessi a volte, ma sto meglio così. Lascio fare l'eroe a chi se ne intende di più.

mercoledì 2 ottobre 2013

Anello di Servizio

"...everything comes to an end" 
Ogni cosa giunge alla sua fine...

...così cita il ritornello di una canzone che avrò ormai ascoltato un migliaio di volte. Sapete, io di solito capisco davvero poco l'inglese cantato, eppure questa frase si è piantata dentro me al primo ascolto, o forse lo è sempre stata sin dalla nascita.

Ogni giorno della mia vita l'ho passato cercando di trovare il giusto cammino, a volte mi sono smarrito, ma in qualche modo ho sempre ritrovato la strada.
Ritornavo me stesso, seppur con qualche ferita, ma nell'ultimo periodo avrei tanto voluto liberarmi in un'unica volta di tutte le cicatrici rimaste, tanto era il loro fardello.

Mi sono guardato dall'esterno, da un altro punto di vista, ed ho visto una persona che, seppur con tutte le buone intenzioni del mondo, non è riuscita a mettere un piede davanti all'altro per schiodarsi dal punto d'inizio, o per lo meno per raggiungere un punto che è sempre stato fisso nella mia mente. "Dove sbaglio?" mi sono chiesto. 
La risposta ha impiegato diversi giorni per arrivare, ma alla fine eccola qui, limpida davanti ai miei occhi: si chiama "Anello di Servizio". 

"E Cosa cavolo c'entra?" vi starete chiedendo..

Ve lo spiego subito.
L'anello di servizio è un particolare anello composto da una fettuccia molto resistente chiusa e cucita, il quale serve per collegare la parte della cintura dell'imbrago di un arrampicatore ai cosciali, distribuendo così lo strattone della corda in modo omogeneo sull'imbrago in caso di caduta.
Alle volte, durante le arrampicate in palestra, capita di dover agganciare il moschettone di sicurezza a questo anello. Il moschettone è a sua volta agganciato alla corda che viene utilizzata dal belayer per far sicura.

All'inizio di ogni scalata non ci faccio mai caso, ma più salgo amici miei e più mi metto a fissare quell'anello... un anello che in quel momento è moschettonato da un lato, mentre dall'altro tiene appesa la mia vita. La mia vita e nient'altro.
Proprio così, più salgo, più i pensieri negativi si accumulano e più i dubbi diventano vere e proprie tragedie nella mia mente, ma tutto questo offusca le mie abilità, non riesco a lasciar libera la mente, la quale si trova legata a delle catene, le catene della Paura.
Paura che quella fettuccia non riesca a tenermi, paura di fidarmi di essa, paura di poter esser tradito non tanto nella salita, quanto in una caduta. In questo modo la salita diventa faticosissima, non riesci più ad esprimere il tuo potenziale e la gente che ti guarda ti accusa per esserti sopravvalutato.

A volte penso che mi piacerebbe poter tornare bambino senza alcuna macchia sulla coscienza, agire secondo tutta la nostra esperienza maturata fin'ora, ma mi rendo conto che la vita non può funzionare sempre per "re-inizi"... queste sono fughe, fughe da tutto, fughe da noi stessi, che ci danno la sensazione di ricominciare, ma che in realtà ci portano sempre al punto di partenza. 

Così è stata la mia vita fino ad ora... ma è giunta finalmente l'ora di darci un taglio.
Non si può vivere nella paura.

Ho imparato finalmente che vivere nella paura ci impedisce di spiccare il volo, di sentire il profumo dell'aria di montagna, di donare il proprio tempo a qualcuno. 
Ci causa enormi sensi di colpa, facendoci credere che prima o poi qualcuno ci presenterà il conto per le cicatrici che portiamo e che abbiamo procurato ad altri... ma non funziona così. Non esiste nessun karma, o se esiste di sicuro non è glaciale e inflessibile così come si possa credere.

La lezione più importante e difficile è stato accettare questo, che nella vita possiamo aver fatto del male, ma che ne abbiamo anche subito.
Con questi occhi nuovi mi sono rivisto e ritrovato, ho ripreso il mio viaggio, notando con stupore che in realtà di pensieri e di cose in questi 25 anni ne ho portati via con me. Non è vero che non ho fatto nemmeno un passo avanti, anzi... ma decisamente questo appena compiuto è il più grande di tutti. Ora posso recarmi verso la mia meta, con passo fermo e spensierato.

E Amici miei... se avete la fortuna di trovare un raggio di sole che la mattina vi riscalda il cuore e la notte si nasconde dentro esso per darvi la buonanotte, non temete, perchè a questo mondo non è vero che tutto ha una fine... già da un po' di tempo non credo più alla frase iniziale di questo post.
Vedete, alcune cose nascono per durare nell'eternità, per abbattere i confini del tempo, ma soprattutto per ricordarci che nessuna strana entità verrà mai a riscuotere i nostri debiti con lei.

Cerchiamo piuttosto di riappacificarci, ma non con gli altri sapete... con noi stessi.
Sarà forse la lotta più difficile, sarà necessario cominciare a camminare per davvero e stavolta dovremo fidarci di quel maledetto Anello di Servizio, ma è soltanto così che si può vivere bene questa vita. 
E alle volte tirarci fuori dalla merda non è poi così indolore e semplice come sembra.