giovedì 27 giugno 2013

Capitolo 1: In partenza

Sono da poco le sei del mattino ed io me ne sto qui, seduto al tavolo della cucina davanti ad una tazza di tè bollente appena fatto, in contemplazione.
Fuori le nuvole sembrano non voler lasciar passare nemmeno un raggio di questo sole primaverile,
ma fortunatamente il freddo gelido dell'inverno ormai se ne sta andando.
Mi piace vivere in montagna.
Ho costruito questa piccola casa molti anni fa, una casa piuttosto rustica, non di certo lussuosa, ma comunque intima e confortevole, dove tutto è ridotto all'essenziale; proprio come il mio modo di essere.
Forse è proprio per questo che anni fa ho preso la decisione di allontanarmi dalla gente, perché molto spesso la gente è in grado di crearmi tormenti e angosce, con i loro stili di vita stravaganti e senza senso, almeno per me.
Una volta dovevo essere davvero impazzito per riuscire a vivere la vita di tutti... ricordo ancora quanto erano frustanti le mie giornate. Non ho mai concepito una vita fatta di giustificazioni per poter tirare avanti, ma ho sempre creduto in un’ esistenza scandita da ritmi più naturali più dilatati e che meglio si mescolano col nostro spirito. Quella non era la mia vita.
Così eccomi qui, mentre sorseggio il mio tè, fatto con molta calma e senza fretta alcuna.

Il tè è finito, tra poco è ora di partire, ma prima mi preparo la sigaretta del buongiorno.
Un ultimo sguardo all'attrezzatura: tutto è a posto.

Adoro la mia casa, ma l'idea di partire mi entusiasma ogni volta!
Quando mi allontano dalla mia vita posso realmente capire quello che di importante c’è, in questo modo riesco ad imparare ogni volta a non dare per scontato ciò che mi circonda.

Infilo gli scarponi, carico lo zaino in spalle e mi preparo ad uscire.
Fra le fessure della porta in legno sento arrivare una strana sensazione di calore che comincia a pervadermi: sono i raggi del sole appena sorto...
Esco e richiudo quindi la porta dietro di me, mi volto e passo dopo passo comincio ad incamminarmi verso un sentiero destinato a perdersi in mezzo al bosco.
Finalmente si parte per un altro viaggio, un'altra fatica, un'altra conquista. Con l’eterna consapevolezza che prima o poi tornerò a casa mia. Alla mia vita!

giovedì 20 giugno 2013

Dammi la mano

"Voltati per favore, non ce la faccio più! Da qui avanzare è impossibile per me se non mi dai una mano...non siamo da soli, insieme so che ce la possiamo fare!"

Finalmente sembra esser arrivata l'estate e domani in teoria comincia ufficialmente, anche se soltanto 20 giorni fa c'era un clima più autunnale che altro. Io adoro il caldo, mi riscalda e mi mette di buonumore, anche se inevitabilmente stronca un po' le mie forze.. ma per questo hanno inventato gli integratori di potassio e magnesio!

Veniamo al dunque...di cosa parliamo oggi? Beh, partiamo dalle poche righe iniziali... per chi non lo sapesse e per i nuovi lettori sono un appassionato dell'arrampicata, ultimamente apro i miei post raccontando una situazione proprio all'interno di questo contesto, situazione contestualizzabile però non solo nell'arrampicata, ma anche nella vita di tutti i giorni! E' proprio la quantità immensa di analogie tra le due cose che rendono affascinante quello che è diventato in breve tempo il mio sport preferito.

Torniamo quindi all'argomento di oggi: dammi la mano.
Fino ad ora ho parlato sempre e solo di percorsi individuali, di gratificazioni individuali e di problemi e ostacoli individuali.
Vuoi un po' per come stava andando la mia vita, vuoi un po' per la mia indole personale, non mi ero mai accorto di una cosa: a volte è davvero fondamentale saper di poter contare sull'aiuto di qualcuno nei momenti di difficoltà maggiore.
Se poi questo aiuto diviene reciproco è una cosa meravigliosa, perchè nella vita non è detto che dobbiamo sempre affrontare tutto da soli, a volte ci si può concedere di affrontare i periodi neri in due cavoli, periodi che altrimenti riuscirebbero a segarci le gambe.
La sensazione di condividere un momento di fatica giova un sacco al nostro stato d'animo e poi, diciamoci la verità, è un qualcosa che lega due persone ancor più nel profondo, perchè entra in gioco un sottile e tacito accordo chiamato "fiducia profonda".
Se non ti fidi poi tanto di qualcuno costui non ti potrà mai aiutare... ma se ti fidi hai fatto la tua conquista più grande.
Affrontare le cose in due vuol dire unire le proprie forze, intuizioni e abilità, pianificare nuove strategie partorite da due menti che per forza di cose lavorano in modo diverso, vuol dire quindi sapersi ascoltare e saper comunicare, dote che oggi sembra sempre più rara.
Tutto questo con un unico obiettivo comune: risolvere quel preciso problema non più da soli, ma in due, per uscirne più uniti, più forti e, perchè no, più completi di prima. 

"Sentire di aver contribuito alla conquista della cima mi fece versare una lacrima di gioia. Mai come prima di allora il sole al crepuscolo mi scaldò così tanto il cuore. Era una sensazione meravigliosa, avevo compiuto qualcosa che da solo non avrei mai potuto immaginare di fare. E invece ero lì, in piedi sulla cima, ad osservare la piccolezza del mondo dall'alto assieme a te. Una nuova sensazione si era insediata in me: non ero più orgoglioso soltanto di me, ero orgoglioso di noi. Non mi sentivo più invincibile da solo, sapevo di avere dei limiti che potevo superare soltanto con te.
Perchè soltanto con te sento che siamo davvero inarrivabili. Non più io, non più tu, ma noi."

giovedì 13 giugno 2013

Ci siamo.

"Pochi appigli, poche forze, un insieme di fattori non ti hanno permesso di arrivare in forma, ma cosa importa, ormai le energie si stanno solo esaurendo, spero solo di resistere fino alla prossima sosta."

Ci siamo, eccoci qui in un momento, come direbbe qualcuno, "strapiombante". Un insieme di fattori, ognuno dei quali all'inizio era quasi invisibile, ma adesso sta diventando sempre più insopportabile, sempre più pesante e in grado di stancarmi mentalmente e fisicamente.
Soste non ne vedo, sono settimane intensissime in cui il tempo per ciò che mi fa stare bene sembra quasi non esistere.
Concerti, serate, poche mattine per stare a letto e tanto lavoro.
Non si può dire che non sia un periodo intenso e dal quale deriveranno soddisfazioni, di certo è capitato proprio quando avrei bisogno di pensare ai cazzi miei.
In altre parole, di sostare.